Capita a chiunque, anche ai più smaliziati, di non saper che pesci prendere al momento di buttar giù qualche riga, soprattutto per il web. Abbiamo di fronte un mare infinito di informazioni; immagini e video quanti ne vogliamo; possiamo scrivere 100 battute oppure migliaia di parole; ci frullano in testa hastag di ogni risma. Ma capita lo stesso di non saper come affrontare l’argomento, quale taglio scegliere, su quale tono accordarlo.
Quando mi succede, non ho che una cosa da fare.
Prendo una sedia, la prima che mi capita a tiro, e la metto di fronte a
me, davanti alla scrivania, in modo che sia in linea con la tastiera,
così che i miei occhi la vedano insieme ai tasti e allo schermo.
Prendo una sedia perché non sono solo, e non è bene far stare in piedi i propri ospiti.
Ho di fronte a me chi vuole leggermi.
Ce l’ho sempre, di fronte a me, anche se non lo vedo. Ma siccome lo dimentico facilmente, mi tengo davanti agli occhi una sedia vuota e mi sforzo di immaginare chi potrebbe sedervi.
Non è facile delinearne le fattezze – tutto il marketing non è che la summa di che cosa occorra per farlo – ma il primo passo è ricordare, sempre, che c’è un interlocutore e che da lui tutto dipende. Anche e soprattutto le nostre parole: se non le calibriamo immediatamente per il nostro “ospite invisibile”, è meglio darsi ad altro, che abbiamo di meglio da fare.
Come ogni buona idea, ci viene suggerita da una “mucca viola” dei nostri giorni: Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon. Non è un caso che il celeberrimo sito di vendita online sia diventato in pochi anni il primo al mondo per fatturato, che quest’anno ha superato abbondantemente gli 80 miliardi di dollari. Il grande successo di Amazon è dovuto a quella che lo stesso Bezos definisce una vera e propria “ossessione”: l’attenzione maniacale per il cliente.
In Amazon tutto è concepito per creare un concreto valore per l’utente e stabilirci una relazione duratura: non si vendono merci, su Amazon, si offre la migliore esperienza di vendita possibile, dalla fase di ricerca – quando occorre suggerire all’utente il miglior prodotto per i suoi gusti e le sue tasche – fino al feedback giorni dopo l’acquisto. Tutto è pensato per interagire al meglio con il “linguaggio” del cliente, per snellire il flusso di informazioni e facilitare l’utente il più possibile in ogni operazione.
Massima attenzione per il cliente, che noi possiamo facilmente tradurre in massima attenzione per il lettore. È vincente soltanto chi, meglio degli altri, riesce a interpretarne il linguaggio, ovvero il modo con cui comprende e comunica il mondo.
La sedia vuota di Bezos, presente a ogni riunione aziendale, rappresenta il cliente ed è la postazione, al tavolo delle decisioni, con più peso. Talvolta non è vuota ma occupata da uno speciale addetto a “elevare l’asticella dell’esperienza del cliente” cioè un dipendente formato appositamente per rappresentare la voce e gli interessi degli utenti.
Quando ti appresti a scrivere un articolo di blog, un post sui
social, una mail, un cv… e qualsivoglia testo che ti aspetti che
qualcuno leggerà, chi dovrebbe sedere sulla tua sedia vuota?
Prova a domandartelo. Sempre. Ogni volta che ti appresti a dar forma anche soltanto a una parola.
Chi la riceverà?
Come la riceverà, in base alle sue convinzioni, alle sue idee, al suo modo di leggere la realtà?
Ho scritto in modo chiaro, comprensibile per questo mio lettore?
C’è un modo migliore per farlo, per far sì che comprenda più facilmente?
Ho fatto qualcosa di utile per lui? Gli ho recato un beneficio?
Le domande che puoi porti sono molte, infinite… imparerai col tempo ad affinarle, a selezionare le più efficaci. Ma soprattutto imparerai che la cosa più importante del tuo comunicare non sarà l’espressività, l’originalità o la straordinarietà delle tue parole, quanto piuttosto la coerenza con il modo di interpretarle di chi le riceverà.
Ricordati, non serve molto a scrivere nel migliore dei modi.
Soltanto una sedia vuota di fronte a te.