Che cos’è il Digital Ecobrand Manager? Luca Garosi ci spiega in un saggio a più voci che cos’è il green branding e perché uno specialista in grado di comunicare la sostenibilità sia sempre più strategico per le aziende, comprese quelle che – apparentemente – con l’ambiente non hanno niente a che fare. Apparentemente perché, oggi, non è più possibile fare impresa e stare sul mercato senza tenere un occhio alla sostenibilità e l’altro alla responsabilità sociale.
Un mondo nuovo: il Green New Deal
Qualsiasi sia il tuo business, indipendentemente dal target al quale rivolgi i tuoi messaggi, anche tu non sei risparmiato dal cambiamento che sta investendo ogni angolo del mondo. Nessuno può più ignorare (per fortuna) la “nuova era della sostenibilità”.
Inquinamento, emergenza climatica, consumo scellerato delle risorse sono solo alcune delle tematiche alla base di movimenti sociali dalle dimensioni planetarie, destinati ad avere sempre più peso tanto sulle dinamiche di mercato quanto sulle decisioni dei governi di tutto il mondo. Spinti, infatti, sia dalla comunità scientifica sia dai cittadini stessi, gli enti legislatori stanno emanando nuove leggi che impongono alle imprese di rivedere importanti asset. Pensiamo soltanto alle recenti direttive che limitano l’uso della plastica monuoso, destinate a rivoluzionare il mondo del packaging e non solo dei prossimi anni.
La conversione che da un’economia lineare ci condurrà a una di tipo circolare è in atto: il “Green New Deal”, espressione per indicare l’indirizzo economico mondiale dei prossimi venti-trenta anni che dovrà necessariamente condurci alla decarbonizzazione, sta suonando la campana e ognuno è chiamato a fare la propria parte. Stiamo per assistere a quella che Jeremy Rifkin non esita a definire “terza rivoluzione industriale” e non abbiamo alcun margine di scelta, nessun piano-b è percorribile, tutti ne siamo coinvolti.
Il mercato è sempre più green
In un simile scenario, le iniziative di sostenibilità si fanno sempre più pervasive e trasversali, coinvolgendo tutti i settori produttivi, dal b2b al b2c nessuno escluso. Per le aziende che comprendono l’importanza di offrire ai propri consumatori prodotti in grado di aiutarli in questa loro “missione” – quella di salvare se stessi, il mondo e le prossime generazioni attraverso comportamenti e strumenti più responsabili – si aprono importanti prospettive di business. Tutte le altre dovranno lottare duramente per mantenersi a galla.
I dati Nielsen per il 2018 parlano chiaro: l’81% degli intervistati in un sondaggio online che ha coinvolto la popolazione di tutto il mondo afferma con decisione che le aziende devono contribuire a migliorare l’ambiente. Millennials, Generazione X e Generazione Z sono le più schierate a favore della sostenibilità, con percentuali che oscillano dal 79% all’85%: non parliamo del futuro dei mercati ma del presente! I Baby boomers e la Silent generation si mostrano lievemente più disinteressati, non così distanti da figli e nipoti: anche per i più anziani, il matrimonio tra imprese e ambiente s’ha da fare per il 65% degli intervistati.
Secondo l’autorevole parere di Nielsen, quello che occorre fare è evidente:
The more companies embrace sustainability, the more they change the product and retail landscape. Consumers are constantly reacting to and evolving in this space, growing more sophisticated. In order to stay relevant, companies will need to ensure they are putting consumer needs at the center and doubling down on their marketing and execution strategies.
Più le imprese abbracciano la causa della sostenibilità, più riusciranno a cambiare i prodotti e le dinamiche di vendita. In tale contesto, i consumatori reagiscono e si evolvono costantemente, diventano sempre più sofisticati, esigenti. Per mantenersi rilevanti e dunque competitive, le aziende dovranno mettere al centro le esigenze dei consumatori e raddoppiare le proprie strategie di marketing.
Il Green Branding e il Digital Ecobrand Mangaer
Green Branding di Luca Garosi, edito per i tipi di Flaccovio Editore, nasce da un percorso accademico mirato a creare i marketing manager di aziende green o green oriented di domani. La figura del Digital Ecobrand Manger, già inconsapevolmente attiva in un gran numero di imprese, prende così consapevolezza di sé e del proprio ruolo strategico all’interno di un settore specifico del marketing contemporaneo, la cui importanza, per le ragioni che abbiamo appena visto, è destinata a crescere esponenzialmente: la comunicazione eco-sostenibile.
Vero e proprio regista dei green jobs di domani, il Digital Ecobrand Manager è prima di tutto un ponte interattivo tra il prosumer e il brand. Profondo conoscitore dei processi specifici dei quali è interprete, deve saper gestire tanto il web e i social media quanto la catena dei fornitori: quando si parla di sostenibilità, infatti, lo storytelling non può prescindere dalle materie prime e dal packaging del prodotto, anzi dalla reputazione e dalle certificazioni dei fornitori stessi, che dovranno essere scelti con un’attenzione maniacale.
Anche gli eventi, naturalmente, dovranno adeguarsi alle nuove esigenze della eco-sostenibilità ed essere progettati di conseguenza: oggi più che mai, quando il “consum-attore” diventa un protagonista imprescindibile della narrazione aziendale, la partecipazione agli eventi è un driver fondamentale per trasformare le esperienze in relazioni e creare una corretta eco-reputazione del brand.
L’ecosistema in cui si muovono le aziende oggi è profondamente cambiato: Green Branding aiuta addetti ai lavori e non a orientarsi in questo scenario in rapida evoluzione, spalancando una finestra sulle opportunità e i mestieri del prossimo futuro.
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