Da rifiuto a risorsa. Meglio ancora se il “rifiuto” è un prodotto del tutto naturale e, per di più, risultante dal più benefico dei processi, quello fotosintetico. È del diciannovenne ucraino Valentin Frechka l’idea di trasformare le foglie cadute dagli alberi in pasta di cellulosa e quindi carta.

RE-leaf Paper è, per il momento, prodotta utilizzando le foglie morte raccolte dal servizio di pulizia urbana di Zhytomyr, cittadina a circa 140 km da Kiev. Un modo decisamente intelligente di riutilizzare un prezioso rifiuto, altrimenti destinato a essere avviato a recupero tramite impianti di compostaggio.

Come funziona?

RE-Leaf PAPER inizia dalla raccolta urbana delle foglie cadute, per mezzo di appositi aspiratori:

  1. Da strade, piazze, parchi cittadini e ovunque sia necessario procedere alla pulizia da questo tipo di biomassa, quindi senza raccogliere da boschi o altri contesti naturali, le foglie vengono raccolte e portate nell’impianto di produzione. Questo, da un lato, contribuisce al decoro urbano e previene la produzione di anidride carbonica derivante sia dalla decomposizione delle foglie sia dal taglio di nuovi alberi; dall’altro, limita la produzione di carta alla capacità di una città di “produrre” foglie: un ottimo ulteriore incentivo a piantare alberi nei nostri centri urbani!
  2. Giunte nell’impianto, le foglie vengono pulite da terra e altri detriti e poi destinate a un reattore chimico dove vengono estratte le fibre di cellulosa.
  3. Le fibre vengono lavate e molate, affinché siano rimosse tutte le componenti non utilizzabili o che abbasserebbero la qualità della carta. Frechka evidenzia come questo processo avvenga senza l’utilizzo di zolfo o altre sostanze inquinanti, e con un ridotto quantitativo di acqua.
  4. Adesso la polpa è pronta per entrare in un processo di trasformazione tradizionale, cioè per essere applicata ai telai e poi asciugata e opportunamente trattata fino a ottenere il foglio di carta.

Più valore per tutti

Il guadagno per l’ambiente (e i produttori) è immediato.
Ci vogliono 2,3 tonnellate di foglie per produrre 1 tonnellata di carta: per produrre la stessa quantità dovremmo abbattere circa 17 alberi di medie dimensioni.
Il processo messo a punto da Frechka per la produzione di pasta di cellulosa impiega una quantità d’acqua 15 volte inferiore a quella necessaria per un comune impianto cartario, e ha un fabbisogno energetico 100 volte inferiore; servono, infatti, 500 kWh per tonnellata di materia prodotta, a fronte di un consumo medio di 5000 kWh/ton nell’industria tradizionale.
Infine, il risparmio di emissioni di CO2: con la tecnologia ideata dal giovane ucraino, si calcola una riduzione del 72% di anidride carbonica rispetto alla filiera di approvvigionamento consueta. Anzi, considerando che le foglie sono un prodotto del tutto spontaneo di alberi che non vengono abbattuti, sul piatto della bilancia di RE-Leaf Paper mettiamo 400 tonnellate di ossigeno in più e 600 in meno di anidride carbonica all’anno.

Il primo lotto di RE-Leaf Paper è stato prodotto, in via sperimentale, nell’ottobre scorso. Da un’idea nata sui banchi di scuola durante le ore di scienze, Frechka punta ora con decisione alla produzione industriale: le foglie cadute delle città ucraine sono pronte per diventare imballaggi e fogli di carta. Intanto, lui, è già stato inserito da Forbes nella lista degli under-30 più di successo nel suo Paese.

In bocca al lupo a Valentin, dunque, e a tutti coloro che si impegnano per trasformare i rifiuti in preziose risorse!